Gorgo Magazine
Torniamo con piacere ad approfondire i lavori per VIAVAI Project, è infatti il grande Ozmo a segnare la terza tappa della rassegna con un nuovo intervento a Racale su una grande parete privata che segna il proseguo della ricerca visiva ed artistica dell’interprete.
Dopo Tellas (Covered) ed Ever (Covered) con quest’ultimo lavoro di Ozmo prosegue quindi il viavai di artisti nella zona salentina, il progetto come suggerisce il nome rappresenta un esperienza a lungo termine che vedrà proprio attraverso l’apporto di grandi nomi nazionali ed internazionali, un continuo flusso di esperienze ben radicate all’interno della comunità, dei luoghi e dei particolari paesaggi della zona. Ci siamo presi il giusto tempo per far scemare tutto il polverone mediatico scaturito dal wallpainting dell’artista Italiano, vogliamo infatti approfondire l’opera in sé, lasciando piuttosto ad altri le solite polemiche sterili e concentrarci piuttosto sul significato intrinseco dell’intervento.
Come abbiamo avuto modo di vedere il lavoro dell’interprete affonda le sue radici nella volontà dello stesso di sviluppare i propri interventi in forte simbiosi con i luoghi dove dipinge, con le tradizioni, la cultura e soprattutto i simboli del posto, che vengono catturati dall’artista e ricontestualizzati all’interno dei suoi lavori ed infine, nel corso d’opera, arricchiti da suggestioni e spunti scaturiti sul momento durante la pittura. Tenendo bene a mente quindi quelle che sono le basi tematiche dell’interprete appare chiaro come una lettura sacrale dell’opera di Racale sia totalmente errata, Ozmo infatti per la rassegna salentina va a pescare da tutto il suo repertorio stilistico e tematico elaborando su questa parete la personale rivisitazione di San Sebastiano.
Facendo seguito a precedenti interventi in cui l’artista ha utilizzato iconografie sacre, non solo cattoliche, tra cui ricordiamo la Madonna e Bambino con testa sottosopra realizzato per il Popup Festival di Ancona oppure un altro San Sebastiano esposto al Museo del ‘900 di Milano, appare chiaro come Ozmo vada volutamente a pescare da questi soggetti per sviluppare il proprio interesse verso il potere intrinseco delle immagini e dei simboli. L’artista dà vita così ad una grande pittura che ritrae proprio il corpo del patrono, la scelta scaturisce dalla volontà di scegliere un immagine comprensibile sia per giovani del paese, quelli che vestono alla moda e che si indentificano nei brand come status symbol, ma anche le persone più anziane, quelle lontane dal fenomeno street art e per le quali le icone rappresentano dei veri e propri riferimenti. Dal corpo del santo Ozmo, proprio attraverso il personale sviluppo emotivo durante le fasi di realizzazione dell’opera va ad inserire una serie fisches, palle da biliardo e veri e proprie bersagli atte a rappresentare una ulteriore chiave di lettura del soggetto come vero e proprio bersaglio in un ipotetico tiro a segno/punti. L’opera viene poi conclusa dall’interprete con l’idea di inserire un logo fashion sui boxer neri, questa precisa scelta è figlia come detto della volontà dell’artista di cogliere ed utilizzare elementi differenti all’interno di un’unica opera che viene e può così essere letta ed interpretata in modo differente da più persone possibili.
Per darvi modo di apprezzare al meglio quest’ultimo lavoro del grande artista italiano vi lasciamo al video recap ed a tutta una lunga selezione di immagini che ripercorrono le fasi di realizzazione fino ai dettagli dell’intervento realizzato.
Thanks to The Artist for The Pics
Fonte: www.gorgo.com