GOLA HUNDUN

Gorgo Magazine

GOLA HUNDUN

Torniamo ad approfondire i lavori per il Viavai Project, il nostro Gola Hundun nelle scorse settimane è tornato nel Salento dove ha avuto l’opportunità di lavorare ad un nuova e splendida installazione.
Quest’ultima fatica dell’autore Italiano è l’opportunità per tornare ad approfondire uno dei progetti che maggiormente ci hanno interessato durante tutto l’anno. Viavai Project ha infatti saputo creare una miscela tematica e visiva in grado di staccarsi dal consueto e canonico festival urbano per offrire piuttosto una vera e propria esperienza. L’immersione tra le bellezze paesaggistiche ed umane della regione, il continuo flusso di artisti differenti, tra grandi nomi dell’arte urbana Italiana e pezzi da ’90 a livello internazionale, hanno permesso alla rassegna di diventare presto uno dei luoghi e dei progetti più interessanti in Italia e non.
Quest’ultimo lavoro di Gola Hundun abbraccia pienamente gli stimoli tematici delle produzioni dell’interprete ed al tempo stesso rappresenta un personale omaggio alla natura ed alla cultura megalitica. Al tempo stesso l’opera è l’opportunità proprio di una personale riflessione sullo spazio occupato, sia quello reale – la città ad esempio – sia quello inventato – internet, i social network e la rete – dall’essere umano. Si tratta di aree costruite e sviluppate dall’uomo che di fatto producono un completo allontanamento dalle dinamiche e dal paesaggio naturale.

L’autore con “Upuphir”, questo il titolo dell’installazione, prosegue il personale percorso installativo dove sviluppa le proprie sculture come se si trattassero di veri e propri esseri viventi oppure come un vero e proprio universo ed habitat per altri esseri che andranno quindi a coesistere con l’installazione stessa. Da questo principale stimolo appare chiara la volontà dell’interprete di esercitare una sottrazione dello spazio umano in favore piuttosto di altre specie viventi, libere o no di accettare il dono. L’opera realizzata da Gola Hundun è composta nel suo vertice da un nido a tronchetto, che potrebbe essere utilizzato da volatili di taglia media per la nidificazione. L’intreccio di rami, che costituisce lo scheletro del lavoro, rappresenta un nuovo stimolo per nidificare laddove proprio questo verrà completata nel tempo da piante rampicanti, piantate alla base, che cresceranno e trasformeranno per interno l’opera.
Il lavoro è quindi una sperimentazione, che già da ora accoglie differenti specie di insetti, che attraverso il suo sviluppo, rigorosamente naturale, accoglierà – speriamo – altre specie per una nuova connessione con la natura ed al tempo stesso con l’essere umano.
Null’altro da aggiungere, vi lasciamo piuttosto ad una bella e ricca serie di scatti, dateci un occhiata e restate sintonizzati presto infatti nuovi aggiornamenti sul bel progetto e sul lavoro del grande artista italiano.

Fonte: www.ilgorgo.com

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