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Gorgo Magazine
Con Bo130 torniamo per le strade di Racale per proseguire il nostro viaggio tra le meraviglie del VIAVAI Project, la rassegna nelle scorse settimane ha ospitato l’autore italiano che si è impegnato in un nuovo e caratteristico intervento.
Il lavoro di Bo130 è senza dubbio influenzato dalle esperienze di vita dell’autore, tra gli studi a Londra e brevi periodi di permanenza a New York, arrivando infine al lavoro in strada con un forte e radicato background nel mondo dei graffiti e la sua successiva evoluzione. Le opere dell’artista mantengono, attraverso le loro differenti declinazioni, un comune filo conduttore riscontrabile nella particolare silhouette dei volti raffigurati, proprio questa rappresenta la firma dell’interprete sebbene lo stesso vada a sviluppare, in una ricerca continua, soluzioni evolutive progressive in grado di variare l’approccio e la tecnica, il linguaggio e di conseguenza lo stile dei risultati finali.
I visi rappresentati stimolano un distacco dall’essere umano abbracciando piuttosto un idea vicina ad influenze tribali, a reminiscenze fantascientifiche, arrivando infine a cogliere immagini appartenenti alla cultura popolare ed entrate nell’immaginario collettivo.
In questo senso l’intervento realizzato per il bel progetto, dal titolo ““The protector of emigrants and illegal aliens” raccoglie alla perfezione quelli che sono gli stimoli visivi di Bo130, al tempo stesso ne commuta l’immaginario verso una tematica quanto mai vicina al luogo e decisamente impegnata.
Esattamente come l’opera di Gaia (Covered) anche il grande artista italiano sceglie di approfondire le dinamiche relative all’immigrazione in un particolare angolo d’Italia, nonché tutto il Sud, in cui il tema è quanto mai attuale.
In questo senso è infatti importante sottolineare come il meridione rappresenti una sorta di porta per l’Europa con l’opportunità di cercare il proprio giusto posto nel mondo.
Approfondendo l’opera, in particolare emerge la volontà dell’autore di esprimere una sorta di grido di solidarietà verso tutte le persone, definite ‘alieni illegali – clandestini’, che vedono nell’immigrazione l’unico modo per cercare di cambiare la propria esistenza, che rischiano la loro vita cercando di attraversare un linea di confine per inseguire la loro illusione. Al contempo l’artista esprime il proprio dissenso con un intervento che vuole essere anche un monito, per tutti coloro, i potenti e le persone che governano, che continuano a non fare nulla per risolvere la situazione continuando biecamente a fare unicamente i propri interessi piuttosto che proteggere le persone
In calce al nostro testo una bella serie di scatti con tutti i dettagli dell’intervento, dateci un occhiata e restate sintonizzati per nuovi aggiornamenti sulla rassegna, qui se vi siete persi qualcosa tutti i precedenti lavori fin qui dipinti, stay tuned!
Fonte: www.ilgorgo.com